La presenza sul territorio dello Stato italiano è consentita, secondo la legge, allo straniero in regola con le disposizioni relative all’ingresso ed al soggiorno. Lo straniero irregolare, in quanto si è sottratto ai controlli di frontiera o è rimasto in Italia senza averne diritto, deve essere respinto o espulso art. 10 e 13 del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286 e successive modificazioni. Quando non è possibile eseguire immediatamente l’allontanamento dall’Italia, lo straniero può essere trattenuto in un Centro di Permanenza Temporanea ed Assistenza. La permanenza in tale Centro è disposta dall’autorità di Polizia che deve, entro quarantotto ore, trasmettere il provvedimento al giudice per la convalida. Il giudice, che è tenuto comunque ad ascoltare lo straniero interessato, deve confermare il provvedimento nelle quarantotto ore successive. Contro l’espulsione può essere presentato ricorso al Giudice di Pace entro sessanta giorni dalla data della notifica con l’assistenza di un avvocato che lo straniero può liberamente indicare. Se non ha la possibilità di pagare l’assistenza legale, lo straniero ha diritto di essere ammesso al gratuito patrocinio a spese dello stato. Il periodo di trattenimento può durare trenta giorni, prorogabile al massimo di altri trenta, trascorsi i quali lo straniero non può più essere trattenuto nel Centro. Il Centro è vigilato dalla Polizia che è tenuta ad impedire ogni eventuale indebito allontanamento. Il Centro è sotto la responsabilità della Prefettura ed è gestito dalla Croce Rossa Italiana,Comitato Provinciale di Torino attraverso un Direttore e vari collaboratore ai quali lo straniero può rivolgersi per qualsiasi necessità. Il centro consiste in alcuni container posti nel perimetro di una vecchia caserma in un quartiere alla periferia di Torino, ed è stato più volte al centro delle denunce di varie organizzazioni umanitarie e per i diritti dell’uomo.
La situazione nella quale vivono i migranti trattenuti nei CPT, come quello di Torino porta spesso ad atti disperati. Casi di autolesionismo, e rivolte sono l’estremo gesto di chi si trova in una condizione di privazione della libertà.
Sono in corso i lavori di rifacimento del centro, per una spesa prevista di 10 milioni di euro. Il centro sara’ praticamente ricostruito. Il progetto prevede un ampliamento da 90 a 130 posti letto e strutture in muratura al posto dei container in metallo. Il prefetto di Torino, Goffredo Sottile, ha annunciato che sono gia’ iniziati i lavori di messa in sicurezza.